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“Se quello che c’è attorno non mi piace, me lo reinvento e lo ricostruisco come voglio io”.
Il 1977 è l’anno dell’enorme produttività del movimento punk, il momento in cui si caratterizza come corrente giovanile di grande impatto musicale ed estetico con il suo epicentro a Londra. In questo libro il ’77 viene raccontato attraver- so una dettagliata e incredibile cronistoria che giorno dopo giorno, mese per mese ci ricorda i clamorosi eventi di cronaca, le innumerevoli usci- te discografiche, i concerti, i libri, le fanzine e le recensioni dei principali giornali musicali anglosassoni.
La pubblicazione è un ricchissimo almanacco di immagini d’epoca arricchito da una raccolta di aneddoti generosamente raccontati all’autore da chi ha vissuto quell’epoca in prima persona, si tratta di musicisti, scrittori, fotografi come Gaye Black degli Adverts, il mitico fondatore del Roxy Club Andrew Czezowski, Ana da Silva delle Raincoats, il fotografo Peter Gravelle, Lora Logic degli X-Ray Spex, il giornalista Kris Needs e molti molti altri ancora.
1977 Don’t call it punk è una ricerca e un approfondimento unico nel suo genere che ci guida attraverso un esplosivo mix artistico/musicale ir- ripetibile, teatro di variegate e contraddittorie meraviglie creative.
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