“Tutti i lavori, gli allestimenti o qualsiasi evento legato all’uso di questi soggetti rappresentano un’unica opera d’arte, tutto il resto è un’esplosione in frammenti. Un pò come il Never Ending Tour di Bob Dylan ma come se tutte le canzoni scritte dopo il 1988 facessero parte di un unico album.

Il principio delle opere s’ispira al gioco del tris che si faceva da bambini, dove la partita finisce in pareggio con la sovrapposizione centrale della X e della O, che vanno a formare il simbolo della pace, mentre l’allestimento sarà formato da opere tutte uguali che sono la ripetizione dei tre elementi in un gioco delle loro combinazioni, con solo alcune opere che faranno come da ospiti speciali tra elementi tutti uguali.

Le opere tutte uguali, se da un lato vanno a spersonalizzare tutti gli elementi, dall’altro la narrazione è quella di una canzone di De Andrè: dall’altra parte della valle c’è uno col tuo stesso identico umore ma con la divisa di un altro colore.
Visione romantica se vogliamo, che esula dalla realtà geopolitica e non entra in conflitto con la retorica, perchè forse il messaggio è che se siamo a berci un bicchiere al Vapore siamo più fortunati di altri.

Di fatto è un progetto a se rispetto alla mia produzione artistica, che si posiziona tra il mio vecchio modo di lavorare e quello nuovo che deve venire, la volontà di trattare questa tematica nasce dopo l’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina, il primo allestimento viene esposto a novembre scorso presso l’associazione culturale Trasparenze di Mestre, il Vapore vedrà il secondo, con l’idea che in futuro ne seguiranno altri che andranno a comporre come un’unica azione artistica separata in frammenti.

Come commento a parte vorrei aggiungere che mia madre è nata sul territorio russo, mi zia su quello ucraino e mio zio ed io su quello bielorusso, (in esame solo piccolo ramo che gli altri son comunque uguali) che all’epoca componevano una sola nazione, questo non rende una guerra peggiore di un’altra, ma in questo caso, dall’altra parte della valle può esserci un parente o un amico”.

Emanuel Hendrix