David Boato: tromba, David Benini: voce, Dario Volpi: chitarra, Roberto Giannelli: chitarra, Max Trabucco: batteria, Massimo Chiarella: batteria.

Sono passati 24 anni dal mio ultimo concerto “free-funk” (nell’ultimo periodo suono, in duo, melodie “strappalacrime” dove capita…): fatalità… proprio al Vapore. Provo a definire, giustificate l’etichetta. Avendo suonato tanti anni James Brown nelle sale da ballo, con il basso elettrico, e poi, con la chitarra, il Miles Davis degli anni 70 (di cui io “cattivo allievo”…) e soci (in particolare Herby Hanckock…), non mi sono più tolto la “puzza” di dosso: così mi sembrava venisse percepito da molti jazzisti il mio “fancheggiare”, per fortuna non da tutti…

Negli anni 70 e 80 ho praticato la musica improvvisata, vivendo interminabili sofferenze con qualche piccola gioia. Per diminuire il “dolore” derivante dalla perdita dell’attenzione di chi ascolta, ho iniziato ad inserire parti scritte (“variazioni sul tema”) che avessero la funzione di linea guida all’improvvisazione collettiva (io improvviso solo gli “errori”…). L’effetto è di “rubato a tempo”: chi “porta” la melodia dà la cadenza  (ciò che muove il corpo di chi ascolta…) e gli altri, in funzione di accompagnamento… ci girano intorno facendo una “pisciatina”… ogni tanto. Più della metà del tutto è fatto di “cose normali”: la cadenza la dà l’accompagnamento, più o meno ostinato…, e l’improvvisatore ci “cammina” sopra, più o meno velocemente.

Mi piace tanto passare da swing a funk e viceversa, dolcemente, senza che nessuno si accorga (…ad eccezione di chi suona…) se non a cose avvenute. Ho chiesto a Dario, David e Maurizio di darmi una mano, non tanto per la loro riconosciuta professionalità, quanto per questioni di natura etica, elemento fondamentale per una sintassi della musica improvvisata e perciò della musica suonata… Spero di “rubare” la vostra attenzione… Ci sentiamo dopo…