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A quarant’anni da quello storico concerto di Bob Marley allo stadio di San Siro che gli cambiò la vita, Sir Oliver Skardy, il patriarca del reggae italiano, ripercorre in musica le tappe più importanti della sua carriera, iniziata proprio in quell’anno, omaggiando inoltre alcuni brani iconografici del reggae.
“Sir Oliver Skardy Greatest Hits” è il nuovo spettacolo che ripercorre momenti importanti della sua carriera, sia con i Pitura Freska, la band reggae italiana che ha venduto oltre un milione di dischi, sia degli album prodotti come solista. Suoi compagni di viaggio in questa avventura il Baby sassofonista e cantante che da anni condivide il progetto musicale di Sir Oliver Skardy, Andyman chitarrista e cantante dei Fahrenheit 451 e Roberto “Sciubert” Pettenello, anch’egli collaboratore di Skardy da anni sia dal vivo che in studio e che in questa occasione vestirà anche i panni di selecter. Un concerto, dicevamo, cambiò la vita di Sir Oliver Skardy, chitarrista appassionato di rock, che però venne folgorato sulla via di Damasco (o meglio in questo caso di Babilonia) dal sound e dal carisma di Marley. Il concerto di Marley fu anche l’inizio di un connubio personale e musicale molto importante, quello con il bassista Ciuke che Sir Oliver Skardy conobbe sul treno di ritorno dal concerto.
Tornato a Marghera il sound degli allora nascenti Pitura Freska si orientò verso i ritmi in levare. L’altra grande intuizione di Skardy fu quella di non usare l’italiano o l’inglese, ma il dialetto veneziano. Proprio nel momento in cui la musica indipendente italiana iniziava ad abbandonare il cantato in inglese e scoprire le liriche in italiano, Skardy utilizzò il dialetto, la lingua parlata quotidianamente nelle isole della laguna.
In breve tempo, grazie al passaparola, i Pitura Freska diventarono l’emblema musicale della città e la cassetta autoprodotta “Ossigeno” va letteralmente a ruba. Ben presto il confine si allarga e grazie anche all’esplosione del fenomeno delle “posse” e della musica in dialetto, la band inizia a suonare in tutta Italia, incarnando l’anima “popolare” di una canzone italiana legata alle periferie, alla voglia di riscatto e alla pace sociale.
Arrivano così gli album “Na Bruta Banda”, “Duri i Banchi”, “Yeah” e “Gran Calma”, che contiene il brano “Papa Nero” che i Pitura Freska presentano al Festival di Sanremo 1997, “sdoganandosi” dall’ambito della musica alternativa, arrivando ad un pubblico più vasto ed eterogeneo.
Nel 2002 le strade della band si dividono, Skardy inizia una carriera solista che, oltre ad alcuni singoli, produce tre album: “Grande Bidello”, prodotto artisticamente da Leo Di Angilla e Gianluca Ballarin, musicisti di Tiziano Ferro, Jovanotti ed Elisa, “Piragna”, scritto a quattro mani con gli alfieri dello ska veneziano Fahrenheit 451, e “Ridi Paiasso!”, ancora in collaborazione con i Fahrenheit 451 e prodotto da Paolo Baldini (Tre Allegri Ragazzi Morti, Mellow Mood).
A settembre 2021 è uscito “Figa e Sfiga”, il disco più “personale” della carriera di Skardy che, oltre ad aver scritto musica e testi, ha seguito in prima persona tutte le fasi della produzione, dalla registrazione ai missaggi.
Durante l’estate, ad anticipare l’uscita del disco, è uscito il 45 giri, in vinile colorato, del singolo “Venessia comune giamaican”.
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