• ADDRESS : via fratelli bandiera, 8, Marghera (VE)
  • RESERVATION: +39 041 930796
NEWS
NEWS
Anche quest’ anno durante le feste tra le notizie dei media hanno prevalso le classifiche: i più visti, i più ascoltati, i più ricchi dell’anno.

Anche quest’ anno durante le feste tra le notizie dei media hanno prevalso le classifiche: i più visti, i più ascoltati, i più ricchi dell’anno.

Primo assoluto al mondo nel 2023 in quest’ultima classifica è Elon Musk. Ammonta a ben 92 miliardi di dollari la crescita del suo patrimonio. Dietro di lui a pochi miliardi di distanza Bernard Arnault (Louis Vitton) Jeff Bezos (Amazon), Bill Gates (Microsoft). Allargando lo sguardo alle 500 persone più ricche del pianeta l’aumento del patrimonio complessivo è di 1500 miliardi di dollari.

Pensando che si tratta di un solo anno e che l’intero PIL italiano si aggira sui 2000 miliardi di euro si ha la sensazione di trovarsi difronte ad una situazione surreale, degna dei bagni nell’oro di Paperon de Paperoni.

Eppure l’economia globalizzata e l’applicazione su larga scala delle tecnologie digitali, conducono proprio a questo: uno sparuto gruppo di ricchi sfondati che continuano ad ingrandirsi e ad investire in nuovi mercati accanto a milioni di persone che faticano ancora a sbarcare il lunario.

Paradossalmente è proprio Elon Musk a mettere in luce il possibile lato positivo della medaglia ovvero il fatto che, diminuendo la manodopera necessaria per far funzionare l’economia, in futuro si potrà lavorare sempre meno. Nel frattempo anziché usare una piccola parte dei suoi profitti per favorire questo processo e aiutare i dipendenti, anche Elon Musk preferisce investire in nuovi progetti e licenziare, vedi il caso Twitter oggi X. Jeff Bezos non è da meno continuando a far lavorare i suoi corrieri a tutte le ore e in tutto il mondo per paghe al limite della sopravvivenza.

Sbilanciamento del potere, ingiustizia sociale, disuguaglianza.
Sono queste le parole che si leggono e si sentono a commento in questi giorni.

Il potere della politica, al servizio dei cittadini, non riesce piu ad arginare quello dei grandi gruppi economici sempre piu grandi e capaci di controllare e indirizzare le politiche nazionali.

L’anno scorso lo scandalo era nato dagli extraprofitti delle aziende produttrici di energia e delle banche, quest’anno i media si focalizzano su altri settori ma la sommatoria negativa a sfavore dei cittadini normali come tutti noi, non cambia.

Se solo una piccola parte dei profitti privati venisse condivisa i problemi di povertà e di lavoro verrebbero largamente risolti togliendo ben poco ai Paperon de Paperoni mondiali.

In tal senso gli esempi positivi non mancano e arrivano proprio dall’Italia. Ferrero al primo posto tra i più ricchi nella classifica nazionale con 39 miliardi di euro (45 esimo al mondo) ha deciso di condividere parte degli utili con premi ai dipendenti fino a 2450 euro.

Brunello Cucinelli lo supera arrivando addirittura a un bonus di fine anno pari a 6500 euro, mentre Luxottica e Lamborghini hanno iniziato un percorso di riduzione dell’orario di lavoro a parità di stipendio. Piccole rivoluzioni che andrebbero seguite.

È bello scoprirle e parlarne, infonde fiducia nel futuro anche se chi non è coinvolto in questi esempi virtuosi, come la maggior parte di noi, piccoli imprenditori di settori certo non alla moda o baciati dalla tecnologia, insieme a musicisti, artisti e dipendenti di normali aziende italiane, deve continuare a faticare non poco per far quadrare i conti di una famiglia come di una piccola impresa.

Non ci sono classifiche in questo caso perché siamo tutti al primo posto, pronti per riprendere a correre, correre sempre di più, dopo le feste, in attesa del miracolo, che arriverà, ne siamo sicuri, magari con le notizie del prossimo anno insieme a Babbo Natale.

Buona ripresa a tutti.

Stefano Pesce